Sini è un piccolo borgo, d’origine agropastorale alle pendici della Giara. Un sito naturalistico, di importanza comunitaria nella Sardegna centro meridionale, al confine tra le provincie del medio campidano e di Oristano nell’alta Marmilla.
Le origini di Sini risalgono all’epoca nuragica, come provano i numerosi resti di antichi nuraghi che sovrastano le colline attorno al paese. Sopra e sotto l’altopiano della Giara sono presenti villaggi sardo-punici.
Il ritrovamento, di tombe, ceramiche e antiche monete ha permesso di venire a conoscenza di un antico abitato di epoca romana nelle campagne vicine. Le origini dell’attuale borgo, quindi, possono datarsi già nel periodo alto medioevale, e presumibilmente la sua formazione avvenne a seguito della fusione dei diversi vicus romani, presenti nel territorio comunale. Ed è appunto da questi centri, sparsi nel territorio, che il centro di Sini viene a caratterizzarsi come villaggio organizzato, nell’ambito della formazione del Regno di Arborea.
Passeggiare per le vie del Borgo del Centro storico significa immergersi in un’assoluta e rilassante semplicità. È come fare un tuffo nel passato; tra le viuzze in gran parte ricoperte da un ciottolato di basalto e le antiche case rurali, ristrutturate e rimesse a nuovo, e quelle invece fatiscenti, ma integre nella loro originalità.
Sembrano dimenticate in un luogo senza tempo, insieme ai loro cortili e orti, giardini dismessi. Ma non per questo privi di una caratteristica bellezza, quella tipica delle case antiche, semplici e tradizionali.
Caratteristici gli antichi portali che invitano lo sguardo a curiosare oltrepassandoli, attraverso i piccoli spiragli, evidenziati dall’usura del tempo sul legno, davanti ai quali si può sostare per immaginare scene di vita contadina ordinaria e quotidiana dei suoi antichi abitanti, e magari scattare qualche foto ricordo!
Puoi scorgervi frammenti dell’antica vita contadina, che rivelano le origini agropastorali del borgo: i torchi di legno di vecchi frantoi, i portali, le lolle (porticati), le mole asinarie, le stalle vuote con le selle e i finimenti appesi al chiodo, le ruote raggiate dei carri dei buoi.
A memoria di una ricchezza che rimanda all’importanza del valore che può avere avuto l’olio in passato, ma che è presente tuttora, testimoniato dalle campagne del paese ricche di meravigliosi viali d’ulivo, come dai numerosi ulivi centenari che abbracciano e sollevano la terra, talvolta insieme a grosse pietre calcaree. Testimoni dell’antica tradizione olearia del paese, risalente all’epoca romana, possenti guardiani indiscussi del territorio.
Nella zona “Su cungiau de is olias” all’ingresso del paese, troviamo il più grande esemplare della provincia di Oristano e probabilmente di tutta la Sardegna. Censito recentemente dalla Regione: un ulivo millenario, la cui origine risale al dominio della Repubblica di Pisa nel 1121.
Tutto questo è valso un meritato riconoscimento per Sini da parte della “Associazione nazionale città dell’olio”. Nel borgo c’è un piccolo frantoio a gestione familiare che riesce a soddisfare la produzione del paese e del circondario. Ma le risorse economiche del luogo sono però soprattutto agropastorali. Mentre da oltre un ventennio, iniziano ad affermarsi iniziative legate alla seconda lavorazione della terra e al turismo rurale.
Santa Chiara d’Assisi e San Giorgio martire sono i due santi protettori del piccolo borgo. A loro sono intitolate le due chiese del paese. La prima nel centro storico del borgo, una chiesa moderna, sorta sulle ruderi dell’antica chiesetta del 1600.
L’altra si trova nella parte più alta del paese, una Chiesetta campestre intitolata a San Giorgio; circondata da un giardino di ulivi con una terrazza spettacolare sulla Marmilla.
A San Giorgio è dedicata il 23/24 aprile di ogni anno una grande festa, molto sentita dai suoi abitanti devoti al Santo, al quale è legata un’antica leggenda molto suggestiva. E a seguire il 25 aprile la tradizionale Sagra de su Pani’e Saba; un dolce caratteristico, un pane votivo che da tempi lontani si usa portare in dono al Santo in occasione della festa.
Mentre Santa Chiara la Patrona del Borgo viene festeggiata in piena estate l’ 11/12/13 agosto.
Il borgo di Sini appare allo sguardo in lontananza immerso nel verde intenso della vegetazione che cresce sul costone della Giara, che si intravede come sfondo alle sue spalle. Nel centro abitato del paesino, oltre agli ulivi, numerosi sono i lecci e i tigli che profumano l’aria nelle caldi notti estive.
Nelle campagne attorno a Sini, gli alberi d’ulivo e i mandorli fanno da padroni. Bellissime e suggestive le campagne verdeggianti e profumate in primavera, cariche di tantissimi fiori campestri dall’intenso colore. Tra questi, il rosa delicato dei fiori dei mandorli; oltre al bianco delle margherite, rivolte verso il sole, poggiate come neve candida sul ciglio delle strade, spiccano le larghe distese dei campi dei fiori rosso carminio della sulla, cibo prelibato per le pecore.
Durante l’estate è il giallo oro dei campi di grano che prevale in Marmilla, così come attorno al borgo di Sini. Mentre qua e là appare il verde degli uliveti e quello intenso di qualche vigneto, pronti a trasformarsi in giallo, arancio e rosso in autunno.
Lungo la strada che porta dentro il paese puoi osservare numerosi ulivi centenari.
Tra questi, un bellissimo ulivo millenario, un vero e proprio monumento naturale. Occupa un posto d’onore all’ingresso del piccolo Parco comunale, alle porte del borgo, con la sua austera presenza.
Merita devozione e riverenza, dovuta sempre agli anziani!
Guardiano silenzioso, dalla possente magnificenza sembra essere lì per proteggere il luogo e i suoi abitanti. Sembra essere lì per accogliere i visitatori del luogo ed aspettarli per un saluto. È lì che aspetta anche te!