Le esperienze in natura che cambiano interiormente

Durante la mia giovinezza sono state numerose le esperienze di viaggi in natura, di viaggi interiori, di ricerca, di vita

È stato un passo spontaneo, ad un certo punto, accogliere la necessità di vivere la natura diversamente da come avevo imparato a fare; quindi, non più nella dimensione sportiva, competitiva, in cui misurare la mia stessa forza; il coraggio e la volontà, per rafforzare il mio lato maschile.

Ma al contrario, stare in natura  in una dimensione molto più sensoriale e ricettiva; di ascolto e presenza, con il mio lato femminile; per andare incontro a riabbracciare il mio essere natura, che ha ricreato in me un enorme senso di equilibrio e di pace interiore. 

Non a caso, i miei ricordi più forti e indelebili di quelle escursioni nella natura selvaggia del Supramonte, in primavera avanzata, sono proprio quelli legati ai momenti di sosta e riposo; alle notti passate a dormire in sacco a pelo, sotto il cielo stellato; con i sensi inebriati dal profumo della macchia mediterranea esalante dalla terra; dai suoni dell’aria e del vento; e degli animali vicini, attratti dalla presenza umana. 

E non è un caso se queste esperienze segnano, nel mio percorso di vita, l’inizio di un grande cambiamento interiore.

Ricordi di fanciulezza sulla Giara

Ma i miei più antichi ricordi di esperienza in natura, sono molto più in lontani nel tempo, rispetto a quelli vissuti in Supramonte!

Sono soprattutto sensoriali, impressi nella mia memoria indelebile; fatti di odori e profumi; sono quelli lontani, legati alla mia infanzia; alla Giara dove mio padre ci portava, alla quale lui era profondamente legato.

Successivamente, diventata adulta, le esperienze di contatto con la natura selvaggia del Supramonte, sono state così forti da definire un passaggio importante nel mio percorso di crescita ed evoluzione umana.

Anche se i ritmi della guida e del gruppo col quale mi accompagnavo; la velocità e l’adrenalina; la voglia di divertimento e di svago; di fuga dalla quotidianità; toglievano spazio al vero ascolto del mio essere in natura. 

Usare la Natura

Un modo piuttosto usuale questo, in cui si tende ad “usare” più che “vivere”; assaporare, incontrare davvero i luoghi, l’ambiente, la natura”. Una sorta di consumismo inconsapevole; talvolta irrispettoso dell’ambiente e di ciò che la natura offre. Infatti, raramente, in questo modo si coglie la possibilità di incontrare lo spirito dei luoghi. E soprattutto, di concedersi ai luoghi, dove con questa attitudine si seminano solo passi veloci che creano gran polverone dietro; ma che non lasciano tracce nel proprio sentire profondo e nell’animaSpesso, ciò che rimane in molte di queste esperienze sono solo qualche fotografia e dei video; si perde così la possibilità di entrare in relazione vera, intima e profonda con l’ambiente, la natura e lo spirito dei luoghi che percorriamo.

Relazione consapevole con la Natura

Connettersi con la Natura

Rispettare noi stessi e l’ambiente

Successivamente, la mia ricerca personale mi ha condotto verso esperienze in natura in cui è emersa la dimensione consapevole dello stare in contatto, del nutrimento profondo, che viene dalla natura stessa. Questo tipo di esperienze divengono contatto con noi stessi e la natura che siamo dentro; che risuona sempre con l’ambiente, al di là della nostra consapevolezza che questo accada. Allora senza rendermi davvero conto, mi sono ritrovata dentro un vero e proprio viaggio che oggi definisco evolutivo, perché mi ha cambiato interiormente.

Al contrario, qui passi lenti; fatti con attitudine all’ascolto; e apertura  dei sensi ad accogliere; e a vivere le esperienze, che si rivelano così molto più nutrienti; rispettose per noi stessi e l’ambiente. 

Questi sono percorsi naturalistici, sono ciò che chiamo, viaggi evolutivi e interiori, esperienze che creano tracce indelebili nell’anima; che lascia tracce negli stessi luoghi percorsi e vissuti; memorie preziose per gli esseri umani e per la stessa natura; grazie ad un incontro e relazione reale;  allo scambio reciproco che si realizza; e alla possibilità di vivere l’esperienza indelebile di unione, con lo spirito che anima il luogo.

Tracce, segni indelebili, memorie, che sono come semi portati dal vento, che contengono possibilità di germogliare interiormente; sviluppare piante, fiori e frutti come possibilità di crescita e di evoluzione umana.

E infatti, è stato proprio questo importante percorso che mi ha condotto a passare dalla ricerca di esperienze in natura per misurarmi con la dimensione del coraggio; per vincere le mie paure e sentirmi forte; ad aprirmi ad una nuova dimensione del coraggio, inteso nel senso di cor-habeo; 

e cioè, alla dimensione dell’aprire il mio cuore al vero ascolto; al cambiamento, per concedermi la possibilità di sperimentare il mio essere col cuore,  in relazione con la natura; scoprendomi come parte intrinseca della natura stessa. 

La Natura che guarisce

Sono sicura che è proprio lì, che è iniziato per me, un percorso di profonda guarigione interiore; accaduto oltre 30 anni fa, che mi ha condotto a ritornare, per riscoprire e soprattutto riconnettermi con le mie origini; nei luoghi in cui ha proprio avuto origine la mia famiglia paterna; luoghi ai quali mio padre era profondamente legato: l ’altopiano della Giara e il paesino di Sini.

Questo è ciò che può accadere quando si incontra in profondità la natura che ci accoglie: 

una relazione in presenza consapevole, ritmi lenti, scambi e interazione, che generano talvolta stati di profonda unione estatica, che offrono l’opportunità di ricevere benefici su ogni piano dell’essere e grandi possibilità di nuove consapevolezze e di crescita umana. 

Relazione tra uomo e Natura

Condotto in questo modo, ogni itinerario in natura, può divenire un vero e proprio percorso interiore. È ciò che oggi chiamo viaggio evolutivo, in cui non è possibile esimersi dall’attuare in questa relazione tra essere umano e natura un equo scambio in equilibrio tra il dare e il ricevere.

Questa esperienza si concretizza con la relazione, che crea il legame e l’esperienza di unione, che attraverso la natura fuori di noi, conduce alla natura che siamo interiormente.

Il cambiamento

Il filo conduttore tra le mie diverse esperienze con la natura, dentro di me e fuori di me è stato il cambiamento che è una costante in natura che è il vero motore della guarigione interiore.

Capitano, infatti, nella vita periodi di grande movimento interiore che spinge verso il cambiamento. Si aprono come delle finestre evolutive per ognuno di noi; sono come degli spiragli di luce, in un cielo nero di nuvole; talvolta come luce infondo al tunnel, metafora di guai o eventi vissuti in negativo, che possono però, al contrario, essere colte come opportunità anziché rimuovere e fuggire. 

Stare in natura spesso facilita questo processo.

Anche se in realtà, raramente si accoglie il cambiamento di buon grado; è cosa comune avere la tendenza a cambiare profondamente e maturare nuove e più profonde consapevolezze, solo quando siamo sottoposti ad eventi di forte impatto; come ad esempio una malattia; una crisi, un lutto; guerre, pandemie o intense esperienze considerate negative. 

 

Cambiamento, resistere o accogliere

Più di frequente tendiamo a resistere al cambiamento, rifiutandolo, negandolo ed entrando in conflitto con noi stessi e con la vita medesima.  

Possiamo prendere consapevolezza che queste due attitudini, la maggior parte delle volte generano solo dolore, rabbia, paura e un forte senso di impotenza.

Per questa ragione, è importante evitare di  fuggire dalla possibilità di cambiamento; e al contrario accoglierla come un’ onda del mare che arriva solo in apparenza contro di noi, con la quale fluire sino alla riva della nuova spiaggia dalla quale siamo chiamati ad approdare.

 

Accogliere e rinascere grazie al cambiamento

Resistere al cambiamento è come nuotare controcorrente, significa smettere di ascoltarci e sentire cosa accade in noi. In realtà, se osservi bene, non si tratta  di gestire il cambiamento;  esso non accade in un determinato momento, perché al contrario, è una costante. È la natura stessa dell’esistenza!

Quell’esistenza che aspetta solo di essere ascoltata ed accolta, per permetterci di rinascere dispiegando le ali della farfalla. Possiamo allora prendere consapevolezza del fatto che siamo immersi nel cambiamento costantemente; che possiamo imparare, come la farfalla, a rimanere presenti e svegli in questo flusso; mantenendo il cuore aperto e fiducia nella vita.

I tempi attuali che stiamo vivendo stimolano e inducono in chi ha sensibilità, riflessioni importanti e grandi cambiamenti. Sta a ciascuno di noi la scelta di farlo!

Trasformarsi da crisalide in farfalla

Cambiare ed evolversi è nella natura delle cose. Per molti la metamorfosi è solo una morte che fa paura. Non si guarda alle potenzialità di trasformazione radicale di questa morte, difficile da accettare. Non si vede la possibilità di rinascita insita nel cambiamento. Di sicuro è più facile restare attaccati alle cose, alle situazioni e alle relazioni, anche se dolorose. 

 

Forse la paura più grande che abbiamo è proprio quella di non riconoscerci più. Eppure il cambiamento è la natura dell’esistere. Chi non vive presente e consapevole nel suo flusso, mantenendo il cuore aperto al cambiamento, è destinato purtroppo a diventare come uno straniero rispetto se stesso. 

Molto spesso il malessere esistenziale è dovuto proprio alla paura di accettare il cambiamento nella propria vita.

E spesso ci sentiamo traditi o abbandonati da chi cambia. Da chi, così facendo invece, muore e rinasce a se stesso. E risorge a nuova vita.

Cambiare è una metamorfosi, un processo che passa dentro un attimo di scoramento in cui ci si può sentire persi! Proprio come quello del bruco che sta per trasformarsi in farfalla! Ci mette ad un tratto davanti alle nostre paure. 

Ma quando lo hai sperimentato sai che cambiare è l’unica strada per risorgere! E la strada per andare incontro a te stess*, per fluire con la natura dell’esistere. La natura, nella quale il cambiamento si può osservare costantemente ci insegna il vero significato del mutare rispetto a se stessi!

E tu che mi leggi, cosa pensi del cambiamento?

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